Solvitur ambulanda
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sabato 21 luglio 2012

Rieccomi

Rieccomi di nuovo qui dopo un'assenza di poco più di un mese. Uno scampolo di ferie a giugno, una trasferta per lavoro, poi ancora lavoro, lavoro, tanto lavoro, molto lavoro mi hanno distolto dalle mie nicchie di soddisfazione.
Oggi voglio cogliere l'occasione di trattare un argomento che riguarda il paese dove sono cresciuto e dove tutt'ora vivo, Castel Maggiore, paese di poco meno di 20.000 anime nell'immediata periferia nord bolognese, paese che entrerà a far parte della futura (forse) città metropolitana, paese sviluppatosi prevalentemente nell'800 come borgo a vocazione industriale, il secondo più importante dell'allora Stato Pontificio, con gli opifici che poterono nascere grazie all'utilizzo della forza idrica del Canale Navile, paese che un nostro concittadino storico - forse di mentalità più scientifica che umanistica - avrebbe definito senza nessun pregio artistico o storico e per essere il paese di origine del pilota Alex Zanardi.
In parte questa affermazione è vera ma vorrei dissentire e la fotografia in questo caso mi fornisce argomenti di trattazione.
Lo spunto per questo post è dato da un paio di mostre fotografiche, una, tenutasi ad ottobre dell'anno scorso a cura di Antonio Marcuz, l'altra riguarda la "seconda parte" di T arcôrdet Castèl Mażåur? (Ti ricordi Castel Maggiore?), mostra dedicata a scatti del passato e vecchi dagherrotipi del nostro comune.
Antonio Marcuz è il fotografo ufficiale del Comune di Castel Maggiore. Da anni ritrae scorci inattesi, paesaggi inconsueti e sorprendenti di Castel Maggiore, ed eventi civili, culturali, associativi che segnano la vita della nostra comunità. E il fatto di ritrarre scorci inattesi, paesaggi inconsueti e sorprendenti si pone in contrasto con l'affermazione che vorrebbe il paese mancante di pregi e di attrattiva, nella misura in cui l'occhio attento ed osservatore del nostro amico fotografo è riuscito a tirare fuori la bellezza e la metafisica da cose piccole, semplici, minimali.
Vi pongo qui di seguito una selezione di scatti, giudicate voi nella misura in cui il concetto di bellezza varia da individuo ad individuo.








 
Queste qui di seguito sono vecchie foto in bianco e nero,  vecchie cartoline dell'800 rieditate che ritraggono il borgo di Castel Maggiore dell'epoca. Il baricentro ora si è spostato da tutt'altra parte, dalla parte sinistra della ferrovia che collega Bologna a Venezia e quello che all'epoca era il centro del paese ora è solo una delle tante frazioni, Castello, quella più storica.

 Il paesaggio circostante il vecchio torresotto di San Pierino al giorno d'oggi è - a mio avviso - deturpato dalla costruzione di un anonimo edificio casermone e da un palazzo che, quando sarà ultimato, sarà in vetro e ferro.

 Il Viale dei Pioppi, oggi via Matteotti



 Il Palazzo Hercolani, chiuso, murato e disabitato ormai da lungo tempo, necessiterebbe un restauro

 Un'altra veduta del Viale dei Pioppi...

 ...successivamente i Pioppi vennero tagliati e il viale prese il nome di Viale Umberto I

 Altra veduta del vecchio borgo

 
Perché ho deciso di postare queste fotografie? Perché l'esercizio della memoria storica è importante e non mi stancherò mai di ripetere che - per quanto ormai banale possa apparire questa affermazione - riusciamo a capire dove stiamo andando solo se capiamo e sappiamo da dove veniamo e non dimentichiamo il nostro passato.
Vi faccio un esempio di come possiamo aver cancellato un pezzo di memoria del nostro passato. Tutti gli anni a Capodanno si tiene il famoso concerto a Vienna con i Wiener Philarmoniker ed ogni concerto si chiude, tra battiti di mani e gaudio degli spettatori, con la Marcia di Radetzky. Badate bene, ho detto gaudio degli spettatori laddove invece ad esempio quantomeno noi italiani dovremmo dissociarci da questa festa, in quanto Radetzky, nelle sue vittorie militari contro Carlo Alberto durante il Risorgimento è ricordato ancora oggi in Austria come un eroe nazionale, quando per noi fu il simbolo dell'occupazione austriaca sul suolo italico e l'uccisore di molti patrioti italiani.
Io con la marcia di Radetzky non festeggio. E sapete perché? Perché io coltivo la memoria storica. Coltivare la memoria storica è un esercizio costante.