Solvitur ambulanda
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lunedì 18 giugno 2012

Tajévval

File di alberi sugli argini dei canali, nella Bassa occidentale bolognese, le chiuse, il piattume che permette di distinguere chiaramente, nelle giornate di sereno, quando non c'è la tipica foschia dell'umidità, le tre fasce del territorio: la pianura, la collina e l'Appennino, fino al Monte Cimone. I tramonti più struggenti della mia vita li ho sempre visti nella Bassa, con gli orizzonti delimitati dai pioppeti e dalle sparse case coloniche con l'adiacente stalla e ancora il pozzo, costruzioni che si possono far risalire, a volte, addirittura al Diciassettesimo secolo.
Tivoli, non il comune in provincia di Roma, bensì la frazione nel comune di S. Giovanni in Persiceto, è già di per sé un luogo limitato e circoscritto. Una frazione non bastava, bisognava crearne un'altra lì vicino, Ducentola.
In frazione Ducentola alcuni amici hanno compiuto la scelta coraggiosa di mettersi in società per comprare un vecchio rustico della seconda metà dell'Ottocento, che sarà da ristrutturare. La casa è così grande che ci possono vivere tranquillamente tre famiglie da stare larghe e non pestarsi i piedi. E tutt'intorno un ettaro di terra dove pianteranno alberi da frutto, ortaggi e dove insedieranno animali da cortile. E poi la frescura, il silenzio, la quiete olimpica, assoluta e cosmica della sera che ti rimette in pace con te stesso, il tuo prossimo e il mondo. Che bel posto, che cielo stellato ho potuto ammirare ieri sera, che bella festa in compagnia di tanta gente buona e simpatica, riunitasi per l'occasione di questo "battesimo laico", per augurare ogni bene a questi bravi ragazzi generosi che hanno deciso di intraprendere questo cammino di decrescita felice. Vi auguro tutto il bene del mondo e buon cammino, di cuore.
Non è vero che la pianura è solo piatta e mancante di peculiarità. La pianura allena ad avere non una visione globale o di insieme, bensì abitua l'occhio al particolare, alla visione di elementi, di singole caratteristiche del paesaggio, di scorci, per trovare alle volte angoli che hanno ancora la capacità di farci struggere e commuovere. Smettiamola di consumare questo territorio, il nostro territorio e preserviamo l'ambiente agreste che a volte siamo ancora in grado di ritrovare, bello e quasi inalterato, nonostante ormai ci sia tutto questo inurbamento quasi selvaggio che fa perdere i contorni alle cose in periferia e rende tutto promiscuo, indistinto, scevro ormai di ogni vera funzione primigenia.

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